Venerdì a Rosenau, in Francia, sì è svolta la prima tappa dell’EHC (European Handbike Circuit). Per me questa, oltre a essere la prima vera gara internazionale,è stata un’altra importante occasione per misurarmi con atleti sempre più forti. Alla partenza c’erano sia il campione del mondo su strada, sia quello a cronometro e tanti altri atleti che possono vantare partecipazioni e piazzamenti a livello mondiale. Parlo di apprendistato poiché oltre all’aspetto agonistico per me si trattava di cogliere importanti aspetti legati alla tattica di gara. Appunto la gara, ormai è chiaro che le tattica iniziale sia sempre la stessa, i migliori partono immediatamente a tutta cercando di scremare il più possibile il gruppo fin dalle battute iniziali, chi resta fino alla fine ha qualche possibilità di giocarsi la vittoria. Anche in questo caso è andata così. Sì è creato un gruppetto di cinque atleti, che è rimasto in testa per poco più di mezzo giro (la gara di svolgeva su un circuito di quindici chilometri da ripetere tre volte). Io facevo parte dell’immediato gruppo d’ inseguitori, altri quindici circa, che rimanevano a una trentina di metri senza riagganciare i primi. Poi un incidente ha dimezzato questo gruppo a poco più di sei atleti, nell’incidente è rimasto coinvolto anche Cratassa. Fortunatamente ne sono rimasto fuori e con un’azione decisa, in collaborazione con Achenza, altro italiano presente al via, ci siamo riportati sul primo gruppo, allargatosi così a undici atleti. Gli stessi che sono arrivati a giocarsi la voltata. Detto così sembra che sia stato tutto facile, ma non lo è stato. Questa volta per rimanere aggrappato al gruppo ho dovuto davvero sudare le proverbiali sette camicie. In ben due occasioni credevo di saltare da un momento all’altro. Le accelerazioni imposte dagli atleti di testa sono state micidiali, in poche pedalate sono stati in grado di prendere un vantaggio stimato in una quindicina di metri che non ero in grado di recuperare. Fortunatamente, in entrambi i casi, proprio mentre ero sul punto di mollare, perché al limite, ho riconosciuto i movimenti che facevano capire che l’azione di quelli davanti fosse terminata e che se mi fossi impegnato ancora per qualche secondo avrei avuto modo di rientrare e rifiatare in coda al gruppo. Per fortuna così è andata. Resistito a queste fiammate, l’ultimo giro ha visto l’inizio delle schermaglie per la conquista della posizione migliore in vista della volata. Un po’ perché al limite, un po’ perché non avevo idea di come attaccare un gruppo così, ho iniziato la mia volata dall’ultima posizione, l’undicesima, guadagnando due posizioni e chiudendo nono.
Per esser stata la mia prima gara di questo livello non posso che ritenermi soddisfatto. Rimanere agganciato al treno dei primi non è stata cosa da poco e soprattutto mi ha dato importanti indicazioni su cosa devo migliorare. Come spesso mi accade in questa stagione, mi rendo conto di ciò che faccio il giorno dopo o rileggendo le classifiche. Posso dire che in alcune occasioni corro in mondo inconsapevole, io do il meglio di me, solo a freddo riesco ad analizzare le mie prestazioni. Ad esempio durante la volata, credevo di essere molto più staccato dai primi, tutto si è svolto così in fretta che non ho avuto modo di realizzare i distacchi. Alla fine, eravamo raccolti in cinque secondi.
Questo è il fotofinish della volata: